Richiesta all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di avviare un’azione civile di risarcimento del danno. E giovedì, cambio di testimone tra Galimberti e Ruggeri
RISPOSTA DELL’ENTE ALL’INTERROGAZIONE SUL PROCESSO. SECONDO LE ANALISI ISPRA, SOLO PER ALCUNE MISURE DI RIPARAZIONE COMPENSATIVA NELL’AREA INTORNO ALLO STABILIMENTO, SERVIREBBERO 5.4 MILIONI DI EURO, PER LA BONIFICA ALMENO 80-100 MILIONI
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare pronto a costituirsi in un’azione civile per il Caso Tamoil. È quanto emerso questa mattina (7 dicembre), nel corso di una conferenza stampa nella sala eventi di SpazioComune, in cui è stata interpretata la risposta del Ministero all’interrogazione parlamentare riguardante la mancata costituzione di parte civile nel processo Tamoil.
Presenti all’appuntamento, Gino Ruggeri, segretario di Radicalicremona.it e cittadino-elettore costituitosi parte civile nel processo Tamoil al posto del Comune di Cremona, Sergio Ravelli, presidente di Radicalicremona.it e l’avvocato Alessio Romanelli.
La risposta è datata 27 ottobre 2015, e fa riferimento alla terza interrogazione parlamentare presentata sull’argomento da Gessica Rostellato – le prime due, di Maurizio Turco (2012) e Danilo Toninelli (2013), erano state ignorate.
AZIONE CIVILE – I punti salienti del documento, sono essenzialmente tre: in primis, si diceva, il Ministero non è riuscito a costituirsi parte civile nel processo penale, nonostante nel 2012 fosse stato sollecitato tre volte dal giudice Guido Salvini, firmatario della sentenza Tamoil, e facendo poi domanda dopo la scadenza dei termini il 27 ottobre di quello stesso anno – vuoi per lungaggini burocratiche, vuoi per la richiesta del rito abbreviato da parte delle parti civili –. L’Ente ha però richiesto, tramite la competente Direzione Generale, all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di avviare un’azione civile di risarcimento del danno.
Questa azione sarà «ostacolata solo dal fatto che il Ministero dovrà dimostrare tutto di nuovo – specifica Romanelli – non essendo riuscito a costituirsi parte civile al processo penale. Certo, la sentenza di Salvini aiuta, ma da sola non basta».
DANNO MOSTRUOSO – L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Governo, ha valutato inoltre un «danno ambientale di notevole consistenza – si legge nella risposta all’interrogazione – e individua alcune possibili misure di riparazione compensativa», per un valore economico pari a 5.4 milioni di euro. «Attenzione – avverte Ravelli – misure compensative, che non hanno nulla a che vedere con una bonifica completa, per cui si stima che possano servire circa 80-100 milioni di euro. Da questo passaggio, comunque è possibile estrapolare l’entità di un possibile risarcimento».
PEGGIORAMENTO – Sempre l’Ispra, ha evidenziato che da quando la Tamoil si è autodenunciata nel 2001, dichiarando una possibile contaminazione nell’area dell’azienda ma escludendola al di fuori del complesso industriale, a quando nel 2007 sono stati imposti dall’esterno provvedimenti, come una barriera idraulica, la situazione dell’intera area si è aggravata di molto «sia in termini di estensione nello spazio, che di permanenza nel tempo», si legge nel documento del Ministero, in particolare «nella zona compresa tra lo stabilimento e il fiume Po, nonché dei suoli esposti al contatto con l’acquifero e lo stesso fiume Po».
MANDATO AL COMUNE – Il Comune di Cremona, sotto la Giunta di Oreste Perri, nel 2012 aveva deciso di non costituirsi parte civile nel processo penale. L’aveva fatto in sua vece il cittadino Gino Ruggeri, in accordo all’Articolo 9 del Testo Unico degli Enti Locali. Giovedì 10 ottobre, alle 18, nell’ufficio del sindaco, alla presenza dello stesso avvocato Romanelli e del legale Giuseppe Rossodivita, del foro di Roma, si terrà il passaggio di testimone tra Ruggeri e Gianluca Galimberti, che firmerà la procura per la parte civile e rappresenterà direttamente il Comune all’udienza prevista a breve, probabilmente già a gennaio 2016, alla Corte d’Appello di Brescia.